Retaggio del Passato o tradizione da Preservare?
Cara sposa, hai mai sentito parlare di schirpa, corredo fiorentino o meglio detta Dote?
Sono certa che da bambina almeno una volta mamma o nonna abbiano nominato il tradizionale corredo nuziale. Il Corredo era una sorta di documento di riconoscimento, una proiezione sociale della sposa e della sua famiglia. Dedizione, accuratezza, gusto ed abilità erano le componenti necessarie, unite ad un pizzico di fantasia prettamente femminile.
La tradizione della dote ha origini antichissime e varia in base alle culture ma, da vero e proprio contratto di matrimonio, diventa eredità concessa dal padre verso la propria figlia. A lei, essendo femmina, non spettava alcuna successione e unendosi ad una nuova famiglia la Dote diventava una sorta di garanzia di intenti e serietà.
La Dote era una cosa seria!
L’esposizione della dote era una cerimonia solenne a tutti gli effetti quasi ovunque. Nell’800 nel mondo contadino era una festa nella festa di nozze. Un carro tutto agghindato, trainato da quattro buoi, trasportava il letto matrimoniale degli sposi, completo di lenzuola, trapunta e cuscini. Ad aprire il corteo vi erano animali ornati di fiori, nastri rossi e campanelli, e fra il chiacchiericcio generale seguivano invitati, amici e parenti degli sposi e talvolta anche orchestrali o suonatori. La privacy non era parola contemplata anzi, il coinvolgimento della società era punto di orgoglio, un aspetto irrinunciabile e un pretesto per dar sfoggio delle proprie possibilità anche dove queste in realtà celavano una facciata di povertà e sacrifici. Ma per una figlia e la sua dignità questo ed altro, era questione di onore!
Come veniva realizzata la Dote?
Come ho detto prima la dote era argomento su cui non poter scherzare, infatti già dal primo anno di età della bambina, all’interno delle mura domestiche aveva inizio la lunga preparazione del corredo. Erano le madri, le nonne e le zie, che iniziavano a scegliere accuratamente la biancheria, a selezionare i tessuti e, completato il lavoro nei campi e le faccende domestiche, si riunivano per ore sedute a ricamare. Storie e racconti facevano da sfondo a ricami tessuti punto per punto rigorosamente a mano su piccoli telai.
Quanti sospiri e quanti sogni passavano attraverso la cruna di quell’ago… Erano le spose stesse infatti che venivano poi iniziate all’arte del cucito e del ricamo per contribuire alla realizzazione della loro futura dote.
Ricordo con immenso affetto i pezzi che negli anni hanno composto il mio corredo. I tempi erano cambiati ma fin da piccolina la mia nonna materna arricchiva costantemente la mia dote di un prezioso elemento in più. Luchino, così si chiamava l’ambulante del paese, ogni estate stazionava davanti la sua soglia di casa e sfoggiava pregiati pizzi lavorati al tombolo, eleganti tende ricamate all’uncinetto, asciugamani in fiandra con lunghe, morbide frange, corredi matrimoniali in lino impreziositi da raffinate bordature o federe cifrate.
Erano questi i tesori che avrei conservato gelosamente negli anni una volta sposa.
So che mia madre, dal canto suo, commissionò ad un convento di suore, vere maestre di ricamo, alcune lenzuola di cui alla vista tutt’oggi resto incantata. Fù proprio dalle suore che ebbi le prime lezioni di cucito ma, a parte riposizionare un bottone o eseguire un punto croce, non posso dire certo di essere stata la migliore allieva di sempre 😉
Ma da cosa è composto il corredo nuziale?
Lasciare la propria casa ed iniziare una vita insieme con il proprio sposo, necessita di un’infinita quantità di oggetti indispensabili. Il corredo nuziale sopperisce in parte ad alcune di queste esigenze. Lenzuola, biancheria di uso personale, occorrente per toletta, salviette, asciugapiatti, coperta per l’inverno, fazzoletti, tende, federe e persino il corredo per neonati, ne sono degli esempi.
La consuetudine era che i pezzi del corredo fossero sei, dodici o multipli di dodici, più la dote era ricca più ne beneficiava lo status sociale della promessa sposa. Era indispensabile avere un buon numero di cambi dato che il bucato non era così frequente come ai giorni nostri.
Letto matrimoniale, letto singolo, bagno, cucina e tavola da pranzo erano le priorità ma il corredo personale della sposa non poteva essere da meno! Ecco allora che, facendo delle ricerche, ho trovato questo curioso quanto a parer mio raffinatissimo elenco:
- 6 camice da notte
- 4 sottovesti rosa o bianche
- 2 sottovesti nere
- 1 sottogonna bianca o rosa
- 1 sottogonna nera
- 6 reggiseni
- 2 o 3 reggiseni da sera
- 12 paia di slip
- 1 veste da camera di lana
- 1 veste da camera estiva
- 1 giacca da letto in seta
- 12 paia di calze
- 2 o 3 bustier
Siamo oneste, chi di noi al giorno d’oggi ha in dotazione un simile armamentario? Io certamente no ma non puoi negarne il fascino e la classe. Come sposa e come donna, visto che il matrimonio è il primo tassello di una nuova vita, perchè non iniziarla con il piede giusto lasciando i pigiamoni colorati nei cassetti adolescenziali? … Bustier a parte…
Dove si conserva la Dote?
E qui ti volevo! Bauli o cassapanche in legno, per tradizione messe ai piedi del letto matrimoniale, erano il luogo predestinato per conservare, fra naftalina e fiori essiccati di lavanda, il pregiato corredo. ( Ti svelo un segreto… la mia cassapanca intarsiata in legno è in realtà trionfante già nell’ingresso di casa ma solo pochi sono a conoscenza del suo prezioso contenuto… shhh! )
Nel baule la sposa conserverà in seguito, insieme a lenzuola e coperte, un sacco di cose personali, certificati e documenti, fotografie, lettere e cartoline, gioielli e ovviamente… l’abito da sposa. In altre parole diventerà il luogo dei suoi segreti e l’uomo, come succede oggi con la borsetta di una donna, non dovrà mai porci lo sguardo!
Forse ora comprenderai al meglio il significato del nome di questo Blog e del perché ho desiderato fortemente realizzare un luogo tutto tuo… tutto nostro.
Per te può esistere ancora ai giorni nostri questa tradizione?
A sentirle sembrano favole, avrei potuto tranquillamente iniziare questo articolo con “C’era una volta la dote” ma in realtà solo nel 1975 con la riforma del diritto di famiglia il nuovo testo del Codice Civile dispone il divieto di costituzione di dote, sentita come un retaggio del passato. E’ vero, alcuni aspetti sono decisamente arcaici poiché un tempo la tradizione del corredo aveva un fine e un utilità ben precisa. Oggi giorno le possibilità economiche sono ben diverse, l’indipendenza femminile anche e le spose in età da marito iniziano a provvedere in autonomia a quello che sarà il loro corredo o spesso acquistano con il futuro compagno tutto il necessario per la casa basandosi sulle mode del momento e sul tipo di arredamento della futura dimora.
Possiamo in tutta sincerità però negare il fascino che queste antiche usanze possono avere? Molti sono ancora gli artigiani e le ricamatrici che mantengono vive l’arte del tessile e trovo che anche un solo fazzolettino in stoffa con le proprie iniziali sia un piccolo tesoro d’antan che amerei poter tramandare a mia figlia al posto di un cleenex usa e getta. Il buon gusto, almeno quello, facciamo in modo che non passi mai di moda 😉
Il vecchio Luchino ora non c’è più, così come gli ambulanti porta a porta nel paese di nonna e l’arte del confezionamento di elementi così pregiati tramandati di madre in figlia ma, pensaci per un attimo, ancora molti sono gli artigiani esperti che possono contribuire al tuo corredo perfetto e senza tempo. Poter conservarne anche solo un pezzo per le generazioni a venire oppure farlo diventare, perchè no, parte integrante del tuo matrimonio, non ti sembra una cosa magnifica? Ecco alcuni suggerimenti utili per te:
Fantechi biancheria a Grevi in Chianti
Spero che questo articolo ti sia piaciuto e che ti abbia fatta sognare in un viaggio fra un passato che se solo volessimo, potrebbe ritornare almeno per quello che ne è la sostanza. Se ti va fammi sapere cosa nei pensi nei commenti qui sotto.
P.S. Sono curiosa di sapere se conservi anche tu gelosamente un pezzo di famiglia.